“Ein besonderes Beispiel, wie Solidarität und Intelligenz zusammenspielen können”, begrüßte Dr. Hans Egger, Präsident der Freien Universität Bozen, die Mitglieder der Zonta, Kiwanis und Lions Clubs. Diese hatten in den letzten Monaten jene Studenten aus Afghanistan und Tschetschenien unterstützt, die seit 2006 an der Freien Universität Bozen studieren. Heute fand ein offizielles Treffen am Verwaltungssitz der Universität statt zwischen Studenten, den Clubs und der Universitätsspitze.
Das Hilfsprojekt wurde 2006 initiiert dank eines Abkommen zwischen der Autonomen Provinz Bozen und der Freien Universität Bozen: Seit dem Studienjahr 2006/2007 können nunmehr drei afghanische Studentinnen und drei tschetschenische Studenten mit finanzieller Unterstützung beider Institutionen ihr Studium an der Fakultät für Informatik beginnen.
Die Mitglieder der Zonta, Kiwanis und Lions Clubs unterstützten in den letzten Monaten ganz konkret die Integration dieser Studenten in Südtirol: „Wir haben versucht, den afghanischen Studentinnen das Einleben so gut als möglich zu erleichtern“, erzählt Dr. Elisabetta Scaramellino, Präsidentin des Zonta Clubs, „indem wir die Studentinnen auch im Alltag begleiteten. Für uns war es eine sehr positive und befriedigende Erfahrung.“
„Unsere Absicht war es, kulturelle Brücken zwischen unserer und ihrer Kultur zu bauen, in der Hoffnung, dass diese Erfahrung für sie wie auch für unser Land nützlich sein könnte” erklärte Dr. Armin Toll, Präsident des Kiwanis-Club. In dieselbe Kerbe schlug Hermann Thaler, Präsident des Lions Club: „Ich habe die tschetschenische Realität aus erster Hand erlebt und erachte es als sehr wichtig, bei diesem Projekt einen Beitrag zu leisten.“
Rektorin Rita Franceschini dankte allen Beteiligten und ließ die Studenten über ihre bisherigen Erfahrungen berichten: „Wir sind äußerst froh, im Ausland studieren zu dürfen, und dafür danken wir Euch von Herzen. Allein der Umstand, hier friedlich leben zu dürfen, ist eine Erfahrung, die es uns ermöglichen wird, etwas Gutes für unsere Heimat zu schaffen,“ freuten sich die sechs Studierenden.
vic/15.05.2007“Un progetto esemplare che ha saputo coniugare solidarietà e intelligenza”, con queste parole il presidente dell’Università, dott. Hanns Egger ha dato il benvenuto ai rappresentanti dei club Zonta, Kiwanis e Lions, invitati a palazzo Trapp per un incontro ufficiale con i vertici dell’Università e con gli studenti, provenienti da Cecenia e Afghanistan, che in questi ultimi mesi hanno ricevuto dai club sostegni finanziari e non solo.
Il progetto è nato nel marzo del 2006 con un accordo tra Libera Università di Bolzano e Provincia: nell’anno accademico 2006/2007 sono stati accolti in Università tre studentesse afghane e tre studenti ceceni che, grazie al sostegno delle due istituzioni, stanno frequentando gratuitamente il primo anno presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche.
I club Zonta, Kiwanis e Lions sono stati coinvolti per promuovere l’integrazione dei nuovi studenti in Alto Adige. Sono nati così veri e propri gemellaggi. “Abbiamo cercato facilitare a queste ragazze l’approccio con la nostra realtà” ha spiegato la dott.ssa Elisabetta Scaramellino, presidente dello Zonta Club, “e questa esperienza, che giudichiamo molto positiva, ci ha fatto riflettere sulle loro numerose difficoltà”.
“Il nostro intento è stato quello di costruire ponti tra la nostra cultura e quella di questi ragazzi, nella speranza che quest’esperienza possa essere utile per loro e per il loro paese” ha detto il dott. Armin Toll, presidente del Kiwanis Club; gli ha fatto eco Hermann Thaler, presidente del Lions Club: “Ho conosciuto la situazione cecena da vicino, per questo ritengo particolarmente importante contribuire a questo progetto”.
La rettrice Rita Franceschini ha dato quindi la parola agli studenti, che hanno sottolineato quanti pochi siano i ragazzi di Cecenia e Afghanistan che possono studiare all’estero. “Per questo vi ringraziamo del sostegno; possiamo imparare molto dallo studio all’Università ma anche dal semplice fatto di vivere qui. E’ un’esperienza che ci aiuterà a fare qualcosa di buono anche per il nostro paese”.
cde/15.05.2007