Shinichi Ito è professore di design di interni alla Musashino Art University di Tokyo e Takaaki Bando è professore all’indirizzo  scienza del design alla stessa università, una delle scuole di design giapponesi più rinomate.

Il workshop, patrocinato dall’Assessore all’Innovazione Roberto Bizzo, è il primo passo verso una collaborazione con la Musashino Art University, che sfocerà in un accordo bilaterale grazie al quale gli studenti di Bolzano avranno la possibilità di trascorrere un anno in Giappone, e viceversa.

Lunedì 9 maggio 2011 avrà luogo a Bolzano, presso la Facoltà di Design e Arti, la conferenza internazionale The Art and Science of Design, organizzata dal Prof. Antonino Benincasa e dal Prof. Dr.-Ing. habil. Jörg H. Gleiter, con il patrocinio dell’Ing. Roberto Bizzo, Assessore all’Innovazione della Provincia Autonoma di Bolzano.

Il convegno The Art and Science of Design invita a Bolzano rappresentanti di scuole di design di fama internazionale per uno scambio informativo e critico sulla formazione nel design. I relatori, provenienti da Stati Uniti, Giappone, Germania e Italia, si presenteranno e parleranno della propria facoltà e dei lavori dei propri studenti.

In zona Brera PAOLA C., azienda milanese che sperimenta linguaggi e forme nuove che portano sulla tavola oggetti con una storia da raccontare, presenta “design delikatessen”, una serie di oggetti per la tavola progettati dagli studenti Philipp Balunovic, Marco Ciceri, Max Edelberg, Liviana Osti e Maximilian Tora in un progetto semestrale con i docenti Kuno Prey, Gianpietro Gai e Anniina Koivu, con l’art-direction del designer Aldo Cibic. I ragazzi hanno spaziato intorno al tema della tavola apparecchiata e hanno individuato tre tematiche: “salute”, “strutture” e “culture”. Da queste sono nate 8 nuove proposte di prodotti che reinventano oggetti tradizionali o creano nuovi scenari dello stare a tavola.

Il 14 aprile nello spazio Limitazioni Temporanee, in zona Bovisa Politecnico, ha luogo "Spaghetti Vespa Typography", una mostra collettiva curata da Antonino Benincasa precedentemente presentata alla Budapest Design Week. La mostra riunisce 20 graphic designer, typographer e calligrapher italiani contemporanei, che mettono in mostra la vita quotidiana degli italiani superando i confini del mondo della stampa e del design. Nella medesima occasione trovano spazio alcuni lavori firmati Facoltà di Design e Arti, realizzati durante due workshop sul medesimo tema, l’italianità. I lavori di comunicazione visiva, curati dai docenti Antonino Benincasa, Emanuela De Cecco e Matteo Moretti saranno accompagnati dai risultati di un workshop di design del prodotto, "La notte italiana", durato una notte e curato dai docenti Sebastian Camerer, Steffen Kaz, Claudio Larcher, Martin Luccarelli, Matteo Ragni e Simone Simonelli. La mostra presenta anche una parte interattiva curata da l'Officina Tipografica Novepunti, che oltre a partecipare alla mostra "Spaghetti Vespa Typography", esibirà l'esito di un workshop tenutosi a Bolzano con gli studenti. Sarà possibile vedere e sperimentare diverse tecniche di stampa con caratteri mobili.

Nuovamente in zona Brera OTTICA MARCHESI ospiterà invece “occhio!”, la mostra della tesi di laurea di Jakob Maurer, curata dal Prof. Kuno Prey. Partendo da un punto di vista filosofico-critico, il lavoro di Jakob Maurer ha evidenziato diversi problemi di attenzione comuni ad ogni individuo. Il suo lavoro affronta in modo critico le tematiche che la società giovanile vive quotidianamente. Pressione consumistica, difficoltà di contatto tra le persone e autoreferenzialità trovano espressione nelle tre paia di occhiali da lui trasformati.

Proprio durante il Salone inaugura il 15 aprile presso la galleria CONDUITS la mostra “The Trespassers”, in collaborazione con BALICEHERTLING di Parigi e JOHANN KÖNIG di Berlino, con progetti al confine tra design e arte. Tino Seubert, laureato della Facoltà, espone due mobili della sua tesi di laurea "Forming History". Seubert ha scelto momenti importanti della storia e ha cercato di „fissarli“ su dei mobili in modo da renderli rivivibili. Questi dovrebbero avvicinare lo spettatore alla storia e renderlo cosciente della responsabilità politica di ciascun cittadino.

Inoltre, in occasione del Salone del Mobile, il FAI, Fondo Ambientale Italiano, organizza la mostra “La mano del grafico”, nella stupenda cornice di Villa Necchi Campiglio in pieno centro a Milano. 367 fra schizzi e disegni autografi donati al FAI da 108 fra i più importanti graphic designer del mondo saranno in mostra per essere poi messi in asta o venduti direttamente per raccogliere fondi per le attività della Villa. Tra i designer invitati anche il Prof. Kuno Prey, che ha donato al FAI gli schizzi del biglietto di auguri di Natale dell’Università del 2009 e gli “otto consigli a un giovane designer”.

La mostra sarà aperta dal 23 marzo al 9 aprile 2011.

Sono aperte le preiscrizioni per l'anno accademico 2011/12 alla Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano (entro il 11/07/2011).

Brave New Alps lo scorso dicembre hanno ricevuto il “Premio Museion”, mentre Lungomare sono protagonisti con la loro galleria della vita culturale bolzanina.

I giovani progettisti, con il loro modo critico di comunicare con grafica, testi e immagini, contribuiscono al cambiamento della disciplina e si trovano in mostra accanto ad importantissimi nomi della grafica internazionale.

Tra i lavori di Lungomare esposti in mostra anche il libro “Casa Tabarelli”, volume scritto da Roberto Gigliotti, professore di Interior and Exhibit Design alla Facoltà di Design e Arti, edito da Bozen-Bolzano University Press, la casa editrice dell’Università bolzanina. Il volume raccoglie un’accurata documentazione sulla casa Tabarelli di Cornaiano, progettata nel 1968 da Carlo Scarpa e Sergio Los, esempio unico nel panorama locale di integrazione tra architettura e paesaggio. Il libro è acquistabile in biblioteca o online qui.

Giorgio Camuffo, graphic designer, art director e organizzatore culturale, è fondatore di Studio Camuffo, oggi Camuffo Lab (Venezia), team di progettazione e laboratorio creativo.

Lo studio annovera tra i suoi clienti alcune tra le principali istituzioni e aziende italiane tra cui: Pitti Immagine, Benetton, Palazzo Grassi, Carraro, Gruppo Coin, Fabrica, Fondazione Bevilacqua La Masa, Musei Civici Veneziani, Triennale di Milano, Elemond, Fondazione Querini Stampalia, Colosseo, Costa Crociere, Gas jeans, Giorgio Armani, Teatro La Scala, Associazione Industriali.

Docente di comunicazioni visive e tutor presso diverse istituzioni e atenei, è stato direttore del corso di laurea specialistica in Comunicazioni visive e multimediali dell’Università Iuav di Venezia (2006-2009). Da anni è impegnato nella promozione della comunicazioni visiva e della grafica in collaborazione con prestigiose istituzioni culturali. Ha organizzato e curato varie mostre, tra cui la più recente “Graphic Design Worlds”, in corso alla Triennale di Milano.

“Ho deciso di venire ad insegnare a Bolzano perché è una facoltà che ha prospettive e possibilità differenti rispetto alle altre facoltà italiane” dichiara Camuffo “e non vedo l’ora di iniziare a lavorare con gli studenti”.

Kris Krois dal canto suo non è un volto nuovo a Bolzano: docente a contratto dal 2002, cioè dalla fondazione della Facoltà, si occupa soprattutto di design interattivo e di interface design, nonché di social design. Ha al suo attivo collaborazioni con ditte del calibro di MTV Germany e McKinsey, nonché presso MetaDesign a San Francisco. Attualmente sta sviluppando insieme al suo collega Prof. Klaus Gasteier (Universität der Künste Berlin) un’ innovativa soluzione per la navigazione intuitiva nella mole di informazioni disponibili in rete.

Inoltre sta costruendo nella zona settentrionale del Lago di Garda il "Centro per Media Rilassati", dove forme contemporanee del lavoro nel campo del design, dell’arte e dei media si incontrano in un ambiente naturale, alternativo al contesto metropolitano.

“Dopo molti anni come docente a contratto sono pronto a cogliere la sfida di partecipare ancora più attivamente alla vita della Facoltà”, dichiara Krois.

Das Buch erscheint in der Reihe ArchitekturDenken (Bd. 4) im Transcript Verlag Bielefeld (ISBN 978-3-8376-1534-0, 19.80 €). In derselben Reihe als Bd. 3 ist im Januar – herausgegeben und übersetzt von Jörg Gleiter, Yoco Fukuda und Joerg Noennig – auch der Band Welten und Gegenwelten mit Essays von Arata Isozaki erschienen. Es ist das erste Buch mit Übersetzungen auf deutscher Sprache von Essays des berühmten japanischen Architekten. Anlass für das Erscheinen des Buches ist der 80. Geburtstag des Autors (ISBN 978-3-8376-1116-8, 21.80 €).

Urgeschichte der Moderne beschäftigt sich an aktuellen Beispielen aus Architektur, Design und Kunst mit der Theorie der Geschichte. Unter anderem geht es darin um die klassische japanische Architektur und um die Mole Antonelliana (1900), Alessandro Antonellis Wahnsinnsgebäude in Turin, das Friedrich Nietzsche zu Begeisterungsstürmen veranlasst hat und in die Geschichte der Philosophie eingegangen ist. Es geht aber auch um das nicht weniger verrückte Guardiola House (1988) von Peter Eisenman, das Entwurf geblieben ist und heute zu den Ikonen der Architektur des 20. Jahrhunderts gehört. Immer in Bezug auf die Frage nach der Theorie der Geschichte werden in zwei Aufsätzen verschiedene Mahnmale an den Holocaust in Berlin und Hamburg besprochen, so zum Beispiel das Berliner Denkmal für die ermordeten Juden in Europa (Architekt: Peter Eisenman), das Hamburger Denkmal gegen Faschismus (Autor: Jochen Gerz), so wie Gunter Demnigs Stolpersteine. Andere Themen sind im Kontext der Theorie der Geschichte Walter Gropius und das Bauhaus, der Strukturalismus etc.

Auf dem Klappentext wird das Buch folgendermaßen angekündigt: "Die Moderne ist keineswegs geschichtslos. Wie Jörg Gleiter zeigt, gilt das besonders für die Architektur. Nach dem Bruch der Moderne mit dem Veralteten und unmittelbar Vergangenen - dem 19. Jahrhundert - dient die Rekonzeptualisierung der Architektur nichts Geringerem als der Suche nach dem Ältesten und Vorvergangenen, nach der Urgeschichte, an die anzuknüpfen ihr nur im offenen Erwartungshorizont ihrer innovativen Gegenwartspraxis gelingen kann."

Welten und Gegenwelten ist eine Sammlung von Aufsätzen aus 50 Jahren, in denen Arata Isozaki über Themenparks, das japanische Haus, MA, und viel über Zerstörung,  Wiederaufbau und über Ruinen als Grundlage architektonischer Visionen spricht. Die zum Teil grotesken, aber auch sehr persönlichen Texte stellen Architektur, Design und Kunst der letzten 50 Jahre in einen Kontext von Kriegserfahrung, Politik, Technologie und Geschichte.

Aus der Ankündigung: "Arata Isozaki ist weltweit als Schöpfer spektakulärer Entwürfe und Bauten bekannt. Dahinter musste bisher sein theoretisches Werk zurücktreten. Zu unrecht wie dieser Band belegt, der erstmals Isozakis vielschichtige Gedankenwelt in deutscher Übersetzung zugänglich macht und über die Architektur hinaus feinsinnige Einblicke in die japanische Gegenwartskultur eröffnet. Einmal mehr erweist sich Isozaki als scharfer Analytiker und Kulturkritiker von internationalem Rang."

I progetti esposti evidenziano, come sempre, una attenta sensibilità a problematiche legate al nostro vivere a al nostro tempo. Gli studenti si sono confrontati anche con tematiche sociali ed ecologiche, offrendo spunti di riflessione su argomenti estremamente attuali, come il consumo di acqua in bottiglia, l’alimentazione fuori casa, nonché temi legati alla nostra città.

Alcune tesi sono state inoltre sviluppate in collaborazione con enti locali, come l’Assistenza Tumori Alto Adige, e con ditte come la “Schlaginstrumente Manifakturen”.

I neolaureati riceveranno giovedì 24 febbraio in occasione del “Diploramaparty” (dalle ore 20 nella Halle 28, in via Macello 28) il “timbro del designer”, un cilindro di legno di melo locale, tipico del nostro territorio, che esprime tenacità e produttività. Il timbro riporta il nome del laureato, il numero progressivo della laurea conseguita, oltre ovviamente al nome dell’Università.

Ad affrontare la prova finale degli studi sono:

Luca Bresadola, Marijan Burger, Jasmin Castagnaro, Alberto Falcone, Guido Fantuzzi, Leopold Feuchtenberger, Verena Fischnaller, Erika Grones, Magdalena Kaserer, Daniel Kuenzler, Marco Lanfranco, Thomas Margoni, Johann Mascia, Jakob Maurer, Esra Merkel, Valentina Ninz, Paolo Perini, Tino Seubert, Sabine Staggl, Martina Stizzoli, Simon Tumler, Enrica Zambonin.

La casetta del giardiniere nel parco del Parkhotel Laurin è stata trasformata in un atelier di design con il nome L_100, in cui i laureati della Facoltà di Design e Arti si sono confrontati con il tema della cultura dell’ospitalità. In una serie di sei workshop i professori Kuno Prey e Roberto Gigliotti, con l’aiuto di Evelyn Senfter, hanno accompagnato 34 giovani laureati della Facoltà nel loro lavoro e li hanno supportati condividendo le loro esperienze. Ospiti di questi workshop sono stati l’artista del suono bolzanino Stefano Bernardi, l‘artista e fotografa meranese Elisabeth Hölzl, il designer di Karlsruhe Volker Albus, l’architetto (e albergatrice) Manuela Demattio di Bolzano, l’artista berlinese Alexander Schellow e il designer milanese Lorenzo Damiani.
Durante ogni workshop la vita in albergo è stata indagata, analizzata e discussa per una settimana. Le impressioni raccolte sono servite ai giovani designer come base per la rielaborazione di 32 nuovi progetti. Di questi, 11 sono stati realizzati e integrati nella quotidianità del Parkhotel e sono oggi visibili al Parkhotel Laurin. “A mio avviso tra tutti i progetti realizzati i più interessanti sono “L’ospite è sacro”di Philipp Klammsteiner, progetto che riprende l’antica usanza di celebrare l’arrivo di un ospite celebre in albergo. Klammsteiner, grazie a piccoli accorgimenti, fa sentire ogni ospite importante", dichiara Roberto Gigliotti, “e “faccia salvata”, di Kerstin Meyer, una serie di fotografie esposte in alcune camere dell’albergo che ritraggono il personale dell’hotel mentre lavora proprio in quelle stanze. Un modo di mettere in primo piano chi solitamente lavora dietro le quinte”.