Nel corso di una conferenza stampa, il professor Franco Frabboni ha presentato una pubblicazione che raccoglie il risultato di una ricerca condotta dalla facoltà di Scienze della Formazione sul mondo della comunicazione giovanile nella provincia.
La ricerca, svolta su un campione di quasi 4000 giovani delle scuole medie e delle scuole superiori dei tre gruppi linguistici dell’Alto Adige, dà conto di una comunicazione in buono stato di salute. Si parla, insomma, e non si utilizza un linguaggio massificato o appiattito dai mezzi di comunicazione di massa.
In famiglia, i giovani parlano almeno 79 minuti, soprattutto con la mamma, meno con il padre. Parlano poco con i nonni, molto con gli animali – ha riferito Frabboni. A scuola si comunica soprattutto tra compagni di classe, meno tra gruppi interclasse, e generalmente si parla poco con gli insegnanti. Tuttavia, se c’è comunicazione tra docenti e alunni è di altissimo profilo. Forte, comunque, l’etica collettiva che permea la comunicazione dei giovani nella provincia. Per questo Frabboni ha voluto parlare di parola saporita, appunto perché ricca di cuore e di mente.
“La parola saporita”, questo anche il titolo del libro edito dalla Franco Angeli, contiene una serie di indicazioni anche in merito alle aspettative giovanili. Nelle vallate, ad esempio, i ragazzi sudtirolesi hanno un grande bisogno di dialogo, soddisfatto solo in parte dalla scuola e dalla famiglia. Per quanto riguarda i giovani di città, soprattutto alle superiori, viene rilevato un grande bisogno dell’altrove e una certa estraneità al contesto sociale.
Alla Conferenza stampa ha preso la parola anche il presidente della Libera Università di Bolzano. “La ricerca – ha detto Schmidl – è una priorità per l’ateneo. In questo senso, la Facoltà di Scienze della Formazione si è attivata fin dal primo momento, aprendosi al territorio. Lo sforzo, oggi, è quello di reperire nuove risorse da destinare al settore”.
La prossima ricerca della Facoltà di Scienze della Formazioni si concentrerà sugli anziani. (ap)