Grande soddisfazione per il successo del seminario sul tema “e-government e cittadini”, al punto che si parla già di una seconda edizione. Oltre quaranta i partecipanti all’incontro che ha riunito esperti di governo elettronico, imprenditori e amministratori locali.
Per trasformare un’amministrazione da cartacea a digitale è necessario un progetto chiaro, con servizi, obiettivi e utenti ben definiti. E’ quanto è emerso nel seminario eBz organizzato dall'Università e dalla città di Bolzano. Si tratta, infatti, di un progetto complesso, che mette in gioco competenze informatiche, giuridiche e di comunicazione, con l’ambizioso obiettivo – spiega Johann Gamper, della Facoltà di Scienze e Tecnologie informatiche - dello “sportello unico” per il cittadino.
Che non si tratti di questioni puramente informatiche, lo ha spiegato Alessandro Osnaghi, dell’Università di Pavia. “Le tecnologie sono già disponibili” – ha detto – e offrire servizi online rappresenta solo la prima frontiera dell’e-government. Ma l’obiettivo è quello di una “cooperazione applicata”. In altre parole, giungere a far dialogare tra loro le varie amministrazioni, creando un sistema coerente di archivi che si parlino tra loro. In futuro, dunque, i cittadini saranno “liberi” dall’obbligo di certificare, ad esempio, la residenza all’Inps perché sarà la stessa anagrafe ad inviare informazioni all’Istituto. Il ché pone, però, un altro ordine di problemi, di natura giuridica, sulla possibilità di identificare l’utente da parte dell’amministrazione, tutelandone comunque la privacy.
Cooperazione applicata significa, infine, poter contare anche su una "comunità": enti e amministrazioni devono condividere alcuni servizi non istituzionali, come ad esempio la registrazione degli utenti e la posta digitale certificata, che richiedono una serie di garanzie di sicurezza. Proprio per questo, è necessario un confronto, oltre a un aggiornamento continuo, ha sostenuto Gamper. Il workshop appena concluso fa parte di questo processo.
ap