Un intero anno accademico trascorso a Madrid, in un’Università con 35 mila studenti. Jan Schömann parla della sua esperienza universitaria (e di vita) nella capitale spagnola.
Voleva andare a Losanna, Jan Schömann, studente di Economia, quarto anno. Invece è “finito” a Madrid solo perché la studentessa che lo precedeva in graduatoria gli ha "soffiato" - ma senza volerlo - il posto. Dai dintorni di Brema a Bolzano, da Bolzano a Madrid. Jan ha cambiato stile di vita due volte. E progetta, una volta laureato, di vivere a Barcellona con la sua ragazza madrilena. Dell’esperienza Erasmus porta con sé, oltre ai progetti per il futuro, un gradevole accento spagnolo nel suo italiano.
Jan è arrivato a Madrid equipaggiato di un corso di spagnolo di base del Centro linguistico dell’Università. E’ partito nell’autunno del 2001 per il terzo anno di corso, in pieno clima da dopo 11 settembre. Il primo alloggio l’ha trovato in una villetta interamente affittata a studenti da una proprietaria “collerica che aveva cacciato qualche giorno prima uno studente americano accusato di spionaggio”. “Il mio primo letto – racconta - era nella casetta di legno allestita nel giardino. Dopo un mese ho trovato di meglio e me ne sono andato”.
“L’impatto con l’Università di Madrid – racconta Jan – è stato forte. Per fortuna, la rete di studenti Erasmus è molto estesa e sostiene con impegno i novizi. Da un ateneo a misura di studente mi sono ritrovato in un’università anonima, con 35 mila studenti dove orientarsi era una difficoltà in più, oltre a quella linguistica. Alcuni esami – spiega – non sono stato in grado di sostenerli. I docenti parlavano con un forte accento regionale che rendeva la comprensione faticosa”. Eppure Jan ha dato esami per un totale di 46,5 crediti rispetto ai 60 previsti, ha imparato bene una nuova lingua, la quarta, ed è tornato a Bolzano con l’intenzione di concludere in fretta. “Per ottobre 2003 vorrei chiudere la parentesi universitaria”, dice.
Un anno di Erasmus – sembrerebbe - cambia la vita. Ma è da consigliare? “Certamente – sostiene Jan – è auspicabile nell’arco di uno studio quadriennale e il fatto di collocarla al t