In Südtirol ist der Anteil innovativer Lagerungstechnologien besonders hoch. Bereits 40 Prozent der gelagerten Früchte werden mit Technologien gelagert, die unter anderem am Versuchszentrum Laimburg entwickelt worden sind. Doch wesentliche Faktoren für die Lagerung werden bereits bei Anbau und Ernte der Früchte festgelegt. „Die optimale Lagerung hängt von einer ausgewogenen Fruchtentwicklung genauso ab wie auch davon, dass das optimale Erntefenster eingehalten wird“, erläutert Angelo Zanella, Amtsdirektor und Lagerexperte der Laimburg. Auch bei der Lagerung kann man ansetzen, indem etwa unterschiedliche Qualitäten getrennt gelagert werden. Zudem sollte eine an die Erfordernisse der Vermarktung angepasste Lagerstrategie entwickelt und angewendet werden – je nachdem, wie lange die Früchte gelagert werden müssen, bis sie in den Verkauf gelangen, so Zanella.
Reifemessung der Früchte ohne Beschädigung
Die Qualität und Reife der Äpfel messen zu können, ohne die Früchte zu beschädigen, ist ein Schwerpunkt und langfristiges Ziel der Forschung an der Laimburg. Denn die Lagerfähigkeit der Früchte hängt wesentlich von der Qualität der Äpfel bei der Ernte, also dem richtigen Erntezeitpunkt ab.
Das an der Universität Bologna entwickelte DA-Meter ist ein Gerät, das ohne Beschädigung der Äpfel die Fruchtreife bestimmen kann. Das Gerät wird dabei auf die Oberfläche der Frucht gehalten, misst den Gehalt an Blattgrün der Äpfel und kann so die Reife bestimmen. Die ersten praktischen Erfahrungen mit dem Gerät sind in einer Masterarbeit an der Universität Bologna erhoben und zusammengefasst worden.
Die Methode des Unternehmens NSure ist dagegen ein erster Versuch, molekularbiologische Methoden für die Bestimmung der Fruchtreife einzusetzen und wurde im Rahmen eines informellen Netzwerks europäischer Forschungsinstitute auch an der Laimburg getestet. Dabei werden Fruchtschnitten mit einer Lösung vermischt und auf ein Trägerpapier aufgetragen, so dass die Genexpression untersucht werden kann. „Molekularbiologische Methoden für die Reifebestimmung besitzen ein großes Potenzial für die Zukunft, sind aber momentan in der Praxis noch nicht einsatzfähig“, so das Fazit des Lagerexperten Angelo Zanella.
Praxisorientierte Forschung: Nachlagerung von Früchten
Ein praktisches Problem der Obstvermarktung ist Bestandteil einer neuen Versuchsreihe der Laimburg: Eine Partie von Früchten wird aus der Lagerung entnommen und für den Verkauf vorbereitet, doch nicht die ganze Partie wird letztlich verkauft. Wie kann man die verbliebenen Früchte weiterlagern? In einem Versuch an der Laimburg sind diese Bedingungen simuliert und die Früchte mit unterschiedlichen Lagertechnologien weiter gelagert worden. Die Ergebnisse der ersten Versuchsreihe zeigen, dass die Nachlagerung mit Lagertechnologie wie etwa der an der Laimburg entwickelten Lagerung mit dynamisch kontrollierter Atmosphäre (DCA) oder Lagerung mit einen sehr niedrigen Sauerstoffgehalt (ultra low oxygen, ULO) gut möglich ist. Nicht empfehlenswert ist jedoch die Nachlagerung im Kühllager, also einer „normalen“ Kühlzelle, da diese zu hohen Ausfällen bei den Früchten führt.
Neue Erkenntnisse zur Lagerung: Glasigkeit bei Fuji
Insbesondere bei Äpfeln der Sorte Fuji tritt häufig das Phänomen der Glasigkeit auf: Dabei handelt es sich um glasige Stellen im Fruchtfleisch, die zuckerhaltige Lösung enthalten. Da sich diese Stellen bei der Lagerung braun verfärben können, stellen sie ein großes Problem für die Vermarktung dar. Versuche von Dr. Dominikus Kittemann am Kompetenz-Zentrum für Obstbau und Lagerung in Ravensburg (Baden-Württemberg) haben gezeigt, dass man die Glasigkeit der Früchte reduzieren kann, indem die Früchte im Kühllager bei bestimmten Temperaturen vorgelagert werden, ehe man die eigentliche Lagertechnologie anwendet.
Zahlen zu Obstanbau und Obstlagerung in Südtirol
In Südtirol wird Obstanbau auf rund 18.700 ha betrieben. 2011 betrug die Erntemenge 1.181.000 Tonnen Äpfel. Das entspricht ca. 55 Prozent der italienischen und 11 Prozent der EU-Produktion. Die Lagerkapazität der Obstlagerhäuser in Südtirol beträgt insgesamt über 850.000 Tonnen (Quelle: Agrarbericht 2011).
In Alto Adige l’impiego di tecnologie innovative per lo stoccaggio delle mele è particolarmente significativo. Già il 40 percento dei frutti vengono conservati utilizzando tecnologie che sono state sviluppate tra l´altro dal Centro di Sperimentazione Laimburg. Tuttavia, la chiave dello stoccaggio si trova già nella coltivazione e nella raccolta della frutta. “La conservazione ideale dipende da un equilibrato sviluppo del frutto, nonché dal fatto che venga rispettato il periodo ideale di raccolta”, spiega Angelo Zanella, direttore di ufficio ed esperto di conservazione della frutta presso il Centro di Sperimentazione Laimburg. È importante conservare frutti con diverse qualità separatamente. Inoltre sarebbe fondamentale sviluppare una strategia di conservazione adeguata alle esigenze del mercato – rispettando i periodi di conservazione previsti prima della vendita della frutta, aggiunge Zanella.
Misurazione non-distruttiva del grado di maturazione dei frutti
Un punto focale e una meta a lungo termine delle ricerche presso il Centro di Sperimentazione Laimburg è lo sviluppo di metodi per misurare la qualità ed il grado di maturazione delle mele senza danneggiarle. La determinazione dell'epoca di maturazione ideale è fondamentale per una conservazione a lungo termine.
Un nuovo strumento sviluppato presso l’università di Bologna si pone proprio questo obiettivo: questo viene posato sulla mela e misura la clorofilla contenuta nei frutti. Ciò consente di determinare il grado di maturazione delle mele senza distruggerle. Le prime esperienze di uso pratico di questo strumento a Laimburg sono state oggetto di una tesi di laurea presso l’università di Bologna.
Il metodo proposto dalla ditta olandese NSure invece è un primo tentativo di sfruttare la biologia molecolare per determinare il grado di maturazione dei frutti. Questo metodo è stato valutato a Laimburg nell’ambito di una cooperazione informale tra diversi istituti di ricerca europei. Per poter esaminare a livello genetico i frutti si aggiunge una apposita soluzione ad un campione di mele precedentemente sminuzzato. Una goccia del liquido poi viene adagiata su un pezzo di carta speciale che può essere analizzato nei laboratori olandesi. “L’uso di metodi di biologia molecolare per la determinazione del grado di maturazione dei frutti è sicuramente molto interessante e offre tante prospettive per il futuro. A questo punto però non sono ancora affinati per l’uso pratico”, riassume Angelo Zanella.
Ricerca applicata: la ripresa di conservazione dei frutti
Una questione posta dalla prassi commerciale della frutta è stata accolta dal Centro di Sperimentazione Laimburg in una nuova serie di sperimentazioni: Una partita di frutti viene tolta dalla conservazione in atmosfera controllata dinamicamente (DCA) – un metodo di conservazione che è stato sviluppato proprio alla Laimburg – e preparata per la vendita, ma infine, una parte delle mele tolte non viene venduta. Quale tecnologia di conservazione è adatta per continuare lo stoccaggio dei frutti non venduti? In sperimentazioni presso la Laimburg sono state riprodotte esattamente queste condizioni con conseguente applicazione delle diverse tecnologie di conservazione sui frutti. I risultati della prima serie della sperimentazione hanno evidenziato che si può riprendere la conservazione dei frutti usando sia la tecnologia dell’atmosfera controllata dinamicamente o anche lo stoccaggio a livello ridotto di ossigeno (ultra low oxygen, ULO). Entrambe le tecnologie portano buoni risultati. Sconsigliabile è invece di riprendere la conservazione con la sola frigoconservazione senza l’ausilio dell’atmosfera controllata, perché lo scarto dei frutti raggiunge livelli molto alti.
Nuove conoscenze sulla conservazione: il fenomeno della vitrescenza
La varietà Fuji risulta particolarmente sensibile alla cosiddetta vitrescenza. Si tratta di parti vitree nella polpa dei frutti che contengono un liquido ricco di zuccheri. Durante la conservazione della frutta, queste parti possono imbrunirsi causando gravi perdite per la vendita dei frutti. Le sperimentazioni in materia del Dr. Dominikus Kittemann del Centro di competenza per la frutticoltura e conservazione a Ravensburg (Baden-Württemberg) hanno mostrato delle misure abbastanza semplici per ridurre la vitrescenza delle mele Fuji. Bisogna aumentare lievemente la temperatura prima di adottare le usuali condizioni di conservazione.
Dati sulla frutticoltura e lo stoccaggio in Alto Adige
In Alto Adige le mele vengono coltivate su una superficie complessiva di 18.700 ettari. Nel 2011 sono state raccolte 1.181.000 tonnellate di mele, che corrispondono a circa il 55 percento della produzione italiana ovvero l’11 percento della produzione dell’Unione Europea. La capacità di stoccaggio dei magazzini ammonta a un totale di 850.000 tonnellate (fonte: Relazione agraria e forestale 2011).