Insbesondere neue Sorten wie Jazz® und Kanzi® werden von den Konsumenten sehr geschätzt und haben sich im Hochqualitätssegment etabliert. Am Versuchszentrum Laimburg sind in den vergangenen Jahren wertvolle Erkenntnisse darüber gesammelt worden, wie sich die Früchte dieser beiden Sorten optimal lagern lassen. „Jazz® und Kanzi® sind in der Lagerung relativ unkompliziert, wenn man ihre Eigenheiten berücksichtigt“, erklärt Oswald Rossi vom Versuchszentrum Laimburg. Zwar können physiologische Störungen auftreten, „doch kann man diese durch einen optimalen Erntezeitpunkt und Maßnahmen im Lager selbst wie etwa die Wahl der richtigen Lagertemperatur gut in den Griff bekommen“, so Rossi.
Optimaler Erntezeitpunkt für Erhaltung der Fruchtqualität entscheidend
Tatsächlich ist die Wahl des optimalen Erntezeitpunkts entscheidend dafür, dass die Früchte ihre optimale Qualität in der langfristig ausgerichteten Lagerung – das sind sechs bis acht Monate – behalten. Tests haben gezeigt, dass die Früchte im Lager an Festigkeit verlieren, je später sie geerntet werden. „Bei Verkostungen schneiden jene Früchte bei den Konsumenten am besten ab, die am optimalen Erntezeitpunkt gepflückt worden sind“, erläutert Ines Ebner vom Versuchszentrum Laimburg. Der Reifegrad der Früchte kann durch Messung des Stärkeabbaus oder der Fruchtfleischfestigkeit erhoben werden. Man misst beispielsweise den Stärkeabbau in den Früchten, indem man Apfelscheiben mit Jod behandelt. Aus dem Grad der Verfärbung lässt sich ablesen, wie weit die Reife der Äpfel fortgeschritten ist. Anhand eines Abgleichs mit Tabellen, welche die Stärkewerte enthalten, kann so der optimale Reifezeitpunkt bestimmt werden. Möglich ist auch, die Fruchtfleischfestigkeit als Indikator für die Reife der Früchte heranzuziehen.
Stromverbrauch in der Obstlagerung
Welche Energieeinsparungspotentiale gibt es bei der Obstlagerung? Dieser Frage ist ein Expertenteam im Auftrag der Vinschger Genossenschaft Texel am Beispiel eines Obstlagers in Partschins nachgegangen. Wie die Erhebungen zeigen, verbraucht die Lagerung selbst die meiste Energie. Bereits mit einfachen Maßnahmen, wie etwa die kühlen Nächte für die Vorkühlung der Früchte vor der Einlagerung zu nutzen, kann der Energieaufwand reduziert werden. Mit Investitionen in die Infrastruktur, darunter etwa die Dämmung, können weitere Einsparungen erzielt werden. Die Experten schätzen, dass sich mit allen vorgeschlagenen Maßnahmen der Stromverbrauch am Standort um acht Prozent senken ließe.
Eine weitere Steigerung der Effizienz kann durch die durchdachte Planung der Lagerungsstrategie erreicht werden. „Wenn ich weiß, wie lange ich die Früchte jeweils lagern muss, kann ich die geeignetste Lagerungstechnologie auswählen und dadurch Energie sparen“, erläutert Angelo Zanella, Lagerungsexperte des Versuchszentrums Laimburg.
Fortsetzung unterbrochener Lagerung möglich
In Versuchen ist zudem getestet worden, ob die Lagerung mit der an der Laimburg entwickelten Dynamisch kontrollierten Atmosphäre (DCA) noch wirkt, wenn die Früchte ausgelagert worden sind. Denn eine Weiterlagerung kann notwendig werden, wenn ein Kunde beispielsweise nicht die gesamte bestellte Ware abnimmt. Die mehrjährigen Tests mit den Sorten Granny Smith und Red Delicious haben gezeigt, dass die Früchte mit Lagertechnologien wie Ultra Low Oxygen (ULO), also einer Lagerung bei stark reduziertem Sauerstoffgehalt der Luft in der Zelle, oder DCA, der sensorgestützten Anpassung der Lageratmosphäre an die Bedürfnisse der Äpfel, längere Zeit weitergelagert werden können, während das Kühllager sich nur für kurzzeitige Fortsetzung der Lagerung eignet.
Obstanbau und Lagerung in Südtirol
Obstbau wird in Südtirol auf über 18.000 ha betrieben. Die wichtigsten angebauten Sorten sind dabei Golden Delicious (über 36 Prozent), Gala (17 Prozent) und Red Delicious (12,5%). In Südtirol sind 2013 insgesamt 1,1 Millionen Tonnen Äpfel geerntet worden. In den Südtiroler Obstlagern können insgesamt über 900.000 Tonnen der Früchte gelagert werden.
Das Land- und Forstwirtschaftliche Versuchszentrum Laimburg
Das Land- und Forstwirtschaftliche Versuchszentrum Laimburg versteht sich als führende Forschungsinstitution für die Landwirtschaft und Lebensmittelqualität in Südtirol. Das Versuchszentrum Laimburg betreibt vor allem angewandte Forschung mit dem Ziel, die Wettbewerbsfähigkeit und Nachhaltigkeit der Südtiroler Landwirtschaft zu steigern und die Qualität landwirtschaftlicher Produkte zu sichern.
Über 200 Mitarbeiter arbeiten jährlich an rund 350 Forschungs- und Versuchsprojekten aus allen Bereichen der Südtiroler Landwirtschaft, von Obst- und Weinbau bis hin zur Berglandwirtschaft. Das Versuchszentrum Laimburg wurde 1975 gegründet.
Sono le nuove varietà come Jazz® e Kanzi® che vengono particolarmente apprezzate dai consumenti. Questo sviluppo è stato accompagnato dalle ricerche sull’ottima conservazione di queste varietà presso il Centro di Sperimentazione Laimburg. “Le mele Jazz® e Kanzi® possono non sono particolarmente esigenti nello stoccaggio, se si rispettano le loro particolarità”, racconta Oswald Rossi del Centro di Sperimentazione Laimburg. In alcuni casi si verificano delle disfunzioni fisiologiche, “che possono però essere gestite facilmente tramite la scelta del periodo di raccolta perfetto e la scelta della temperatura idonea per lo stoccaggio”, dice Rossi.
Il periodo di raccolta decisivo per il mantenimento della qualità della frutta
Difatti, la scelta dell’ottimale periodo di raccolta decide sul mantenimento della qualità delle mele durante la conservazione a lungo termine, cioè sei a otto mesi. Dei test effettuati alla Laimburg hanno mostrato che la croccantezza dei frutti diminuisce con una raccolta più tardiva. “I frutti raccolti con l’ottimale grado di maturazione per la conservazione sono anche quelli che vengono considerati più buoni nelle degustazioni”, spiega Ines Ebner della Laimburg. Per la determinazione del grado di maturazione delle mele viene misurato la degradazione dell’amido dei frutto o la compatezza della polpa. L’amido presente nelle mele può essere rilevato tramite il trattamento di dischi di mela con lo iodio. La reazione dell’amido con lo iodio provoca un’alterazione di colore che rivela il grado di maturazione dei frutti e da indicazioni sull’ottimale periodo di raccolta.
Il risparmio di energia durante lo stoccaggio
Qual’è il possibile risparmio di energia nello stoccaggio della frutta? Un gruppo di esperti ha cercato di rispondere a questa domanda su commissione della coopertiva Texel in Val Venosta rilevando tutti i dati sul consumo energetico del magazzino di Parcines. I dati mostrano che la maggior parte dell’energia viene consumata durante il processo di conservazione della frutta. Comunque ci sono delle semplici misure per ridurre il consumo energetico, per esempio sfruttando le notti freschi nel periodo di raccolta per raffreddare la frutta prima di mettere la frutta nelle celle. La coibentazione dei magazzini ed altre misure adoperabili sull’infrastruttura portano ad un’ulteriore riduzione dei consumi energetici. Secondo la stima degli con l’applicazione di tutte le misure proposte si potrebbe ottenere un risparmio sull’energia elettrica dell’otto percento.
Un ulteriore potenziamento dell’efficienza energetica sta nella ponderata programmazione delle strategie di conservazione. “Se conosco i periodi previsti di conservazione per le singole quantità di frutta, posso scegliere la tecnologia più idonea per la conservazione della frutta e raggiungere un ulteriore risparmio di energia”, dice Angelo Zanella, l’esperto per la conservazione della frutta della Laimburg.
Possibile la continuazione dello stoccaggio interrotto
In altre sperimentazioni è stato testato se la tecnologia di conservazione con atmosfera controllata dinamica (DCA) ha ancora effetto, se lo stoccaggio viene terminato e poi ripreso in caso il cliente non ritira la quantità di frutta ordinata precedentemente. I test pluriennali hanno mostrato che si può continuare lo stoccaggio usando la tecnologia Ultra Low Oxygen (ULO), la conservazione a livelli molto bassi di ossigeno, o la DCA, con la quale l’atmosfera – cioè l’ossigeno – nelle celle può essere aggiustata secondo i bisogni dei frutti tramite l’impiego di sensori. La continuazione dello stoccaggio in celle frigorifere, invece, è consigliabile solo per un periodo di poche settimane.
La frutticoltura e conservazione della frutta in Alto Adige
La superficie frutticola in Alto Adige ammonta a più di 18 mila ettari. Le varietà più importanti sono il Golden Delicious (oltre 36 percento della superficie), Gala (17 percento) e Red Delicious (12,5 percento). Il raccolto del 2013 è stato di 1,1 milioni di tonnellate. La capacità di conservazione della frutta in Alto Adige ha raggiunto oltre 900 mila tonnellate.
Il Centro di Sperimentazione Laimburg in breve
Il Centro di Sperimentazione Laimburg è l’istituto di ricerca leader nel settore agroalimentare in Alto Adige e si occupa soprattutto di ricerca applicata diretta ad aumentare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura altoatesina per garantire la qualità dei prodotti agricoli.
Ogni anno, i 200 collaboratori del centro lavorano a 350 progetti e attività in tutti campi dell’agricoltura altoatesina, dalla frutticoltura e viticoltura fino all’agricoltura montana. Il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato fondato nel 1975 a Vadena nella Bassa Atesina.