Projekt SloMove: Neu kombinierte Techniken zur Früherkennung von gefährlichen Rutschungen
Teils waghalsige Touren unternehmen die Geologen der EURAC, der Autonomen Provinz Bozen und des Schweizer Instituts für Schnee- und Lawinenforschung SLF in Davos, um instabile Hänge unter dem Gipfel der Steinschlagspitze im Schnalstal und in Pontresina im Kanton Graubünden mit modernsten GPS- und Lasermessgeräten Zentimeter für Zentimeter zu untersuchen und langsame Rutschungen zu überwachen. Gleichzeitig nutzen die Forscher hochaufgelöste Daten von Satelliten der Italienischen und der Deutschen Raumfahrtagentur (ASI und DLR). Durch das Kombinieren beider Überwachungssysteme – am Boden sowie satellitengestützt – wollen die Experten eine neue Methode vorantreiben, mit der gefährliche Hangbewegungen im Gebirge frühzeitig erkannt werden können.
Satelliten ermöglichen es, weite Gebiete verhältnismäßig kostengünstig zu überwachen. Allerdings liefern sie ihre Daten nur einmal im Monat. GPS- und Lasermessgeräte, mit denen die Daten terrestrisch (am Boden) erhoben werden, liefern äußerst präzise Daten zu jedem gewünschten Zeitpunkt, allerdings mit hohem Kostenaufwand. Im Projekt SloMove werden beide Ansätze miteinander kombiniert.
„Sobald aus den Satellitendaten deutlich wird, dass eine Hangbewegung eine bestimmte Geschwindigkeit überschreitet, setzen wir mit der Überwachung an Ort und Stelle ein. So können wir eine mögliche Gefahr genauer einschätzen. Wenn sich dieses ‚integrierte‘ Überwachungssystem im Alpenraum etabliert, kann es ein wertvolles Frühwarnsystem werden“, erklärt Christian Iasio vom EURAC-Institut für Angewandte Fernerkundung
Viele Hänge, die zwar stabil scheinen, rutschen jedoch äußerst langsam nach unten und können die Sicherheit von Infrastrukturen in Gefahr bringen. Die Ergebnisse aus dem integrierten Überwachungssystem können sowohl langfristige Entscheidungen zur Weiterentwicklung eines Gebiets als auch das Risikomanagement maßgeblich unterstützen. Darüber hinaus ist ein Ziel des Projekts, die Überwachungstechniken in den angrenzenden Ländern zu vereinheitlichen, um besser zu vergleichen und Strategien miteinander abstimmen zu können.
Derzeit arbeiten die Forscher in zwei Testgebieten: im Schnalstal und im Engadin. Sie untersuchen dort so genannte Blockgletscher, die aus gefrorenem Lockermaterial wie Hangschutt oder Moränen bestehen. Durch das Auftauen des Gestein-Eis-Gemischs unter dem oberflächlichen Schutt setzt sich der Hang in Bewegung, zunehmend beschleunigt durch den klimawandelbedingten Temperaturanstieg. Blockgletscher sind in den Alpen weit verbreitet. Sie werden besonders stark überwacht, da sie anfällig für gefährliche und teils folgenschwere Rutschungen sind.
Das Projekt SloMove steht unter der Leitung der Autonomen Provinz Bozen. Das EURAC-Institut ist für die wissenschaftliche Koordinierung und den Bereich der Überwachungstechnologien verantwortlich, unterstützt vom Schweizer Institut für Schnee- und Lawinenforschung SLF. Das Projekt wird vom Interregprogramm Italien-Schweiz finanziert.
Für weitere Informationen: Christian Iasio, 0471 055 387
Progetto SloMove - Nuovi strumenti per contrastare il rischio frane
Muniti di strumenti laser e GPS, i geologi dell’EURAC, della Provincia autonoma di Bolzano e dell’Istituto per la neve e le valanghe di Davos si avventurano sotto Punta delle Frane in Val Senales e nella valle di Pontresina in Engadina per analizzare i versanti centimetro per centimetro e osservare le lente deformazioni del suolo. Parallelamente esaminano i dati ad alta risoluzione ricevuti dai satelliti radar delle Agenzie spaziali italiana (ASI) e tedesca (DLR). Concentrandosi sull’integrazione di queste due fonti, i ricercatori progettano una metodologia di monitoraggio in grado di riconoscere precocemente le instabilità del terreno montano e i pericoli latenti legati ai movimenti franosi.
I dati ricevuti dai satelliti coprono aree molto ampie a costi contenuti, tuttavia le immagini si ottengono con frequenza mensile. I dati ottenuti tramite rilievi terrestri con strumenti GPS o laser possono essere invece estremamente precisi e la frequenza con cui si ottengono viene decisa dai tecnici, ma i costi sono significativi. Il progetto SloMove intende ottimizzare l’impiego di entrambi gli approcci di monitoraggio sommandone i vantaggi e cercando di superarne i limiti.
“Stiamo implementando un sistema di monitoraggio integrato che sfrutta dati satellitari fino a quando la velocità della deformazione del suolo rimane sotto una certa soglia. Nel caso questa soglia venisse superata, si interviene invece con un monitoraggio in loco, che permette una valutazione del rischio più accurata. Applicando questa procedura a tutto il territorio alpino, questo monitoraggio integrato diventerebbe uno strumento prezioso per avviare un sistema di allerta precoce”, spiega Christian Iasio dell’Istituto per il Telerilevamento Applicato dell’EURAC.
Molti versanti apparentemente stabili nascondono lente e continue deformazioni del suolo che potrebbero mettere a rischio la sicurezza delle infrastrutture che vi poggiano. I risultati di questo monitoraggio potranno essere impiegati sia nei processi decisionali legati alla pianificazione territoriale, sia nella gestione di situazioni rischiose. L’idea del progetto è inoltre di uniformare le tecniche di monitoraggio nei Paesi confinanti, per consentire confronti e decisioni condivise.
I ricercatori si concentrano su due aree pilota in Val Senales e in Engadina. Sono dei rock glacier (ghiacciai rocciosi), ammassi di detriti rocciosi che ricordano la forma della lingua di un ghiacciaio. Al loro interno hanno porzioni di ghiaccio che a causa delle variazioni di temperatura si sciolgono fino a scomparire, influenzando il movimento dell’ammasso. Con il cambiamento climatico il ghiaccio al loro interno si scioglie più rapidamente facendo muovere più velocemente l’ammasso. I rock glacier sono molto diffusi nelle Alpi e sono oggetto di un’attenta osservazione perché nel caso il loro lento movimento subisse delle accelerazioni potrebbe causare fenomeni franosi che metterebbero a rischio gli insediamenti o le infrastrutture presenti sul territorio.
Il progetto SloMove è coordinato dalla Provincia autonoma di Bolzano, l’Istituto dell’EURAC si occupa del coordinamento scientifico del progetto e della progettazione della tecnologia di monitoraggio con il supporto dell’Istituto svizzero per la neve e le valanghe. Il progetto è finanziato nell’ambito del programma Interreg Italia-Svizzera.
Per maggiori informazioni: Christian Iasio, 0471 055 387