Grundstein für Zusammenarbeit zwischen Südtirol und der sibirischen Region gelegt
Imposante Gebirgszüge, Vegetationszonen von Steppen bis hin zu hochalpinen Bereichen, Refugium für vielfältige Pflanzen- und Tierarten: Als Gebiet der „goldenen Berge" steht das Altai-Gebirge auf der Liste der UNESCO Weltnaturerbe. Damit ist nur eine der Parallelen zwischen Südtirol und der russischen Altai-Region genannt.
Eine Delegation der EURAC hat das russisch-sibirische Gebiet Altai besucht, das an China, Kasachstan und die Mongolei angrenzt. EURAC-Präsident Werner Stuflesser, Harald Pechlaner, Leiter des Instituts für Regionalentwicklung und Standortmanagement und die Sprachforscherin Natascia Ralli folgten damit einer Einladung des Altai-Gouverneurs Alexander Karlin. Neben der Hauptstadt Barnaul besichtigten die Delegierten die Stadt Biysk, die als Zentrum für Industrie und Wissenschaft gilt, und den Kurort Belokurikha. „Es gibt viele Analogien zu Südtirol: Die Altai-Region ist ein ressourcenreiches Land und hat großes Potential im Tourismus- und Landwirtschaftssektor", resümiert Werner Stuflesser. „Vertreter aus Politik, Wirtschaft und Verwaltung haben in den gemeinsamen Gesprächen vor Ort großes Interesse an einer konkreten Zusammenarbeit mit uns und insbesondere mit Südtiroler Partnern bekundet", so der EURAC-Präsident.
Drei Kooperationsvereinbarungen wurden bereits ausgearbeitet und unterschrieben: mit der Staatlichen Technischen Universität, mit der Staatlichen Pädagogischen Akademie in der Hauptstadt Barnaul und mit der Fachhochschule „Lyzeum Nr. 22" der Stadt Biysk. Die besiegelte Zusammenarbeit mit der EURAC zielt zum einen auf die Entwicklung der Destination Altai als Tourismusregion ab. Die EURAC betreut dementsprechend Konzepte und konkrete Umsetzungsmodelle sowohl im Bereich des Winter- und Sommertourismus als auch im Bereich der Vermarktung lokaler Kernprodukte. Ein besonderes Augenmerk der EURAC liegt jedoch auch auf der Förderung der sprachlichen Ressourcen der Altai-Region, in der über 20 anerkannte ethnische Minderheiten leben, darunter als stärkste eine deutsche Sprachminderheit. Die so genannten Russlanddeutschen machten bis Ende der 80er Jahre in rund 40 Dörfern im so gennannten Rajon Halbstadt noch 90 Prozent der Bevölkerung aus. Viele Angehörige dieser großteils schwäbische und bayerische Mundart sprechenden Minderheit wanderten in den 90er Jahren nach Deutschland aus.
Konkrete Konzepte zur Aufwertung des Deutschen und weiterer Minderheitensprachen in der Altai-Region sind ebenfalls in den Kooperationsvereinbarungen verankert sowie die Förderung von Fremdsprachen. Dies geht einher mit dem Ziel, die Altai-Region als international anschlussfähige Tourismus- und Wirtschaftsregion zu positionieren.
„Unsere Kontaktpersonen, insbesondere die zuständige Abteilung im Ministerium, versprechen gute Partner zu sein. Aus den bisherigen Gesprächen ergeben sich interessante Perspektiven der Entwicklungszusammenarbeit in für die EURAC und für Südtirol relevanten Themenfeldern", so die Einschätzung der EURAC-Delegierten Stuflesser, Pechlaner und Ralli nach ihrer Altai-Reise.
Für weitere Informationen:
Natascia Ralli, tel. 0471 055 112
Poste le basi per una collaborazione tra Alto Adige e la regione siberiana
Imponenti catene montuose, vegetazione che varia dalle steppe a un ambiente alpino, numerose specie animali e vegetali. I monti d'oro dell'Altai appartengono alla lista dei patrimoni naturali stilata dall'UNESCO. Questo è solo uno dei paralleli tra l'Alto Adige e la regione russa dell'Altai.
Una delegazione dell'EURAC si è recata nella regione russo-siberiana dell'Altai che confina con Cina, Kazakistan e Mongolia. Il presidente dell'EURAC Werner Stuflesser, il direttore dell'Istituto per lo Sviluppo Regionale e il Management del Territorio Harald Pechlaner, e la linguista Natascia Ralli hanno risposto a un invito del governatore dell'Altai Alexander Karlin.
Oltre alla capitale Barnaul i delegati hanno visitato la città di Biysk, centro industriale e scientifico, e la località di cura di Belokurikha. "Ci sono molte analogie con l'Alto Adige: quella dell'Altai è una terra ricca di risorse e ha un grande potenziale turistico e agricolo", riassume Werner Stuflesser. "Nel corso dei nostri colloqui i rappresentanti del mondo della politica, dell'economia e dell'amministrazione hanno dimostrato un notevole interesse a collaborare con noi e con partner altoatesini", spiega il presidente dell'EURAC.
Sono già stati redatti e sottoscritti tre accordi di cooperazione con l'Università, con l'Accademia pedagogica statale di Barnaul e con la scuola superiore "Liceo nr. 22" della città di Biysk.
La collaborazione con l'EURAC mira anche allo sviluppo della regione come destinazione turistica. Il centro di ricerca altoatesino, infatti, accompagna progetti e strategie per lo sviluppo del turismo estivo e invernale e per la commercializzazione dei principali prodotti locali.
L'EURAC segue con attenzione anche la questione legata al sostegno delle risorse linguistiche della regione. Nell'Altai vivono più 20 minoranze etniche riconosciute, tra cui la più numerosa è quella tedesca.
Fino alla fine degli anni Ottanta, i "tedeschi russi" costituivano il 90 per cento della popolazione in circa 40 villaggi appartenenti al cosiddetto rione Halbstadt. Negli anni Novanta molti membri di questa minoranza che parlava soprattutto dialetto svevo e bavarese sono tornati in Germania.
Negli accordi di collaborazione rientrano concetti concreti per la valorizzazione della minoranza tedesca e di altri gruppi etnici dell'Altai e per il sostegno delle lingue straniere. Lo scopo è quello di posizionare la regione come destinazione turistica e bacino economico.
"I nostri interlocutori, soprattutto il dipartimento competente presso il ministero, sembrano partner molto validi. Dai colloqui sono nate interessanti prospettive di collaborazione in ambiti importanti per l'EURAC e per l'Alto Adige", dichiarano Stuflesser, Pechlaner e Ralli al termine della visita.
Per maggiori informazioni:
Natascia Ralli, tel. 0471 055 112