Wie kann nachhaltiger Tourismus „made in Italy“ aussehen? Auf einer Konferenz in Rom trägt die EURAC mit Strategien und Beispielen zum nationalen Tourismusplan bei.
Ferienangebote gemeinsam mit lokalen Firmen und der Bevölkerung entwickeln, im Wein- und Gastronomietourismus auf umweltverträgliche Transportmittel setzen, Städte an die Bedürfnisse der digitalen Gesellschaft anpassen und die Elektro-Mobilität fördern: Das sind einige der Vorschläge, die nationale und internationale Experten auf der von der EURAC organisierten Konferenz “Destination Greenitaly” diskutierten. Die Konferenz stand unter der Schirmherrschaft des Umwelt- und des Kulturministeriums und der Alpenkonvention.
Qualität alleine reicht nicht mehr: Das zentrale Konzept, um im touristischen Sektor wettbewerbsfähig zu sein, heißt jetzt Nachhaltigkeit. „Das ist kein Luxus, sondern eine konkrete Verpflichtung aller touristischen Dienstleister und auch jedes einzelnen Touristen”, erklärt Harald Pechlaner, Leiter des EURAC-
Instituts für Regionalentwicklung und Standortmanagement und Initiator der Konferenz. „Andere wichtige Schlüsselbegriffe sind Vielfalt, Einbeziehung und Schönheit: Der Tourist sucht nicht mehr nur ein Ferienziel, sondern will eine Region, ihren kulturellen und natürlichen Reichtum, ihre Menschen und Geschichten authentisch erleben.“
Was Nachhaltigkeit bedeutet, definierte auch Magda Antonioli, die die internationale Task Force der Alpenkonvention zum Thema nachhaltiger Tourismus koordiniert: „Ein Gleichgewicht zwischen den Bedürfnissen und der Beteiligung der lokalen Bevölkerung und dem Schutz des gemeinsamen Natur- und Kulturerbes.“
Ein positives Beispiel dafür, wie Alpenregionen über Staats- und Provinzgrenzen hinweg in diesem Sinne zusammenarbeiten ist die Stiftung Dolomiten Unesco, die auf der Konferenz von Generalsekretärin Marcella Morandini vertreten wurde.
Die wirtschaftliche Bedeutung nachhaltiger touristischer Entwicklung unterstrichen Armando Peres, Präsident des Tourismuskomitees der OECD, und Dirk Glässer, Direktor des Programms für nachhaltige Entwicklung der Welttourismusorganisation. Bedingt durch die Wirtschaftskrise schließen derzeit jährlich 10 000 Unternehmen in der Branche, weil der Generationenwechsel nicht gelingt; andererseits investiert eine von vier Firmen in nachhaltigere, innovative Technologien. Die Entwicklung nachhaltiger Tourismusmodelle eröffnet also auch lokalen Unternehmen neue Perspektiven.
Mit dem Thema Küstentourismus befasste sich Melville Saayman von der North West University of South Africa, der besonders dessen ökonomisches Gewicht unterstrich: „Miami Beach erwirtschaftet drei Mal so viel Einkommen wie drei berühmte amerikanische Nationalparks zusammen.” Doch der moderne Badetourist entspricht längst nicht mehr dem Bild, das man in Italien noch im Kopf hat: Erlebnishungrig und verantwortungsbewusst, kompetent und technologisch bewandert, begreift er sich als aktiver Gestalter seines Urlaubs.
Die Küste ist auch ein anschauliches Beispiel, dass es sich auszahlt, den natürlichen Reichtum zu erhalten: Ein zehn Kilogramm schwerer Zackenbarsch, der in seinem natürlichen Lebensraum beobachtet werden kann, ist 30 000 Euro im Jahr wert – am Fischstand auf dem Markt bringt er 150 Euro.
„Nachhaltigkeit bedeutet nicht nur eine Beschränkung“, unterstreicht Anna Scuttari, EURAC-Forscherin und Expertin für nachhaltigen Tourismus. „Es geht darum, ein Bewusstsein zu entwickeln und Lösungen zu finden, die kreativ und kohärent sind – und nach Möglichkeit keine übermäßigen Anstrengungen und Einschränkungen bedeuten. Deshalb haben wir die Veranstaltung nach den Kriterien der Provinzverwaltung als going GreenEvent organisiert.“
Auf der Konferenz wurden auch Beispiele nachhaltiger Tourismusinitiativen wie Slow Food oder das Radrennen Eroica vorgestellt; das Thema digitale Tourismuskommunikation erörterten unter anderem Vertreter von booking.com. „2017 wurde von der UNO zum Jahr des nachhaltigen Tourismus erklärt – wir müssen uns auf ein neues Konzept umstellen: vom Made in Italy zum Made green in Italy“, erklärt Paolo Angelini, Leiter der italienischen Delegation der Alpenkonvention und Mitorganisator der Konferenz. Der Generaldirektor der Alpenkonvention, Markus Reiterer, unterstrich das Bemühen der Alpenkonvention, die Ausgewogenheit zwischen Tourismus und Umwelt sicherzustellen. Als Beispiel nannte er das „Protokoll Nachhaltiger Tourismus“, das in Italien 2012 mit einem Gesetz ratifiziert wurde und an dessen Erneuerung die Alpenkonvention arbeitet.
Die Grundzüge des „Strategieplans Tourismus 2016 – 2021“ legte Francesco Palumbo, Generaldirektor Tourismus im Kulturministerium dar; Barbara Degani, Staatssekretärin des Umweltministeriums, erläuterte den Beitrag ihres Ministeriums zu dem Dokument.
14.07.2016
A Roma, EURAC ha presentato in una conferenza di tre giorni strumenti e buoni esempi di sostenibilità per contribuire al piano nazionale del turismo.
Coinvolgere le comunità locali e le imprese nella creazione dell’offerta, promuovere la mobilità elettrica e sostenibile, integrare i mezzi di trasporto green con percorsi enogastronomici, premiare le buone pratiche e promuovere città turistiche digital friendly. Sono queste alcune delle proposte emerse dai tavoli di lavoro della conferenza “Destination Greenitaly”, tenutasi a Roma la scorsa settimana, in cui esperti a livello nazionale e internazionale hanno discusso di un turismo sostenibile made in Italy. La conferenza si è svolta con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e della Convenzione delle Alpi.
Dalle Alpi al Mediterraneo, la qualità italiana del Made in Italy non basta più alla luce della rivoluzione in ambito turistico: ad assumere un ruolo sempre più rilevante è la sostenibilità. “Non è un lusso, ma un dovere concreto di tutti gli operatori nonché del turista stesso”, afferma il Harald Pechlaner, direttore dell’
Istituto per lo sviluppo regionale e il management del territorio e promotore della conferenza che si è svolta a Roma dal 6 all’8 luglio, “altre importanti parole chiave sono varietà, inclusione e bellezza: il turista non cerca più solo una destinazione turistica, ma cerca il territorio, il suo patrimonio, la sua gente e storie che siano vere”.
Alla conferenza erano presenti le autorità pubbliche nelle vesti di Barbara Degani, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e Francesco Palumbo, Direttore Generale Turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il Sottosegretario Degani ha esposto il contributo del Ministero dell’Ambiente ai contenuti di sostenibilità del Piano Strategico del Turismo 2016-2021, presentato dal DG Palumbo e in corso di elaborazione da parte del governo, ispirato dal motto “Italia Paese per Viaggiatori”. Entrambi erano concordi nel sottolineare l’esigenza di una trasversalità dell’approccio alla pianificazione turistica, che deve integrare i contributi di diversi comparti ministeriali, delle amministrazioni locali e delle realtà produttive, considerando la sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica come elemento funzionale a tutti gli obiettivi strategici.
Secondo Magda Antonioli, docente dell’Università Bocconi e coordinatrice della Task Force internazionale sul Turismo sostenibile della Convenzione delle Alpi, sostenibilità significa “equilibrio tra le comunità locali, il loro coinvolgimento e la conservazione del patrimonio”. Un esempio positivo di rapporto interprovinciale tra diverse comunità nelle Alpi – una destinazione transnazionale che registra oltre 500 milioni di arrivi all’anno – è quello della Fondazione Dolomiti UNESCO, rappresentata in conferenza dalla Segretaria Generale Marcella Morandini.
In uno scenario segnato dalla crisi economica, ogni anno 10.000 aziende chiudono per passaggio generazionale non riuscito. Dall’altra parte un’impresa su quattro investe in innovazione e tecnologia sostenibile. Emerge così l’importanza del coinvolgimento dell’imprenditoria e della continuità dell’impegno aziendale come fattori portanti del turismo sostenibile. Questo è quanto sottolineato, dati alla mano, da Armando Peres, presidente del Comitato Turismo dell’OCSE, e da Dirk Glässer, Direttore del Programma di Sviluppo Sostenibile dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO).
Si è parlato anche di Mediterraneo e di turismo costiero: Melville Saayman della North West University of South Africa ha sottolineato l’importanza e il valore della spiaggia nell’offerta turistica del sistema paese: “negli Stati Uniti, Miami Beach genera un reddito tre volte superiore alla somma di tre famosi parchi nazionali”. Ma il profilo del turista balneare moderno è diverso da ciò che in Italia immaginiamo: avventuroso, responsabile ed etico, artefice attivo della propria vacanza e delle proprie esperienze, tecnologicamente avanzato e competente. E il patrimonio va conservato anche perché conviene: una cernia di 10 Kg osservata nel suo ambiente naturale vale 30.000 euro all’anno, contro i 150 euro sul bancone del mercato del pesce.
“La sostenibilità non è soltanto un limite, sostenibilità vuol dire soprattutto modificare il modo in cui lavora un settore economico – quello del turismo in questo caso – per migliorare la qualità di vita delle persone e dell’ambiente” sottolinea Anna Scuttari, ricercatrice presso EURAC ed esperta di turismo sostenibile – “Non si tratta semplicemente di imporre dei limiti, ma di educare alla consapevolezza e trovare soluzioni creative e coerenti, che siano possibilmente a basso sforzo per chi le adotta e a basso impatto per chi le subisce. Questa è la logica che abbiamo adottato quando abbiamo scelto di certificare questo evento come going GreenEvent attraverso la Provincia Autonoma di Bolzano.”
La conferenza è stata anche l’occasione di presentare casi esemplari del turismo sostenibile – da L’Eroica a Slow Food, da Legambiente a Cook the Mountain – e per parlare di comunicazione turistica digitale con il Gruppo Italiano Stampa Turistica e Booking.com. La tre giorni di lavori si è infine conclusa con un inno alla bellezza dell’Italia – intesa come territorio e patrimonio, empatia e autenticità, ingegno e tecnologia, design e moda, cultura e cibo – con Fondazione Italia Patria della Bellezza.
“Il 2017 sarà l’anno internazionale del turismo sostenibile e dovremo essere pronti per implementare un nuovo concetto: dal Made in Italy al Made green in Italy,” conclude Paolo Angelini, capo delegazione italiano in Convenzione delle Alpi presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e co-organizzatore dell’evento. Questo impegno è stato ampiamente illustrato da Markus Reiterer, Segretario Generale della Convenzione delle Alpi, che sta elaborando una proposta per rinnovare l’impegno preso con il protocollo Turismo Sostenibile, ratificato in Italia con legge 50/2012. Le riflessioni di “Destination Greenitaly” confluiranno nel processo di pianificazione partecipata del Piano Nazionale del Turismo e offriranno un contributo alla definizione di alcune priorità strategiche e orizzonti operativi.
14.07.2016